TERAMO – Nel 2010 la mobilità passiva è costata alla Asl di Teramo quasi 80 milioni di euro (79.947.434,00 euro). L’aumento rispetto al 2009 è di 5 milioni. Numeri che stridono, secondo quanto fa sapere la Asl, con i risultati di esercizio che confermano la corretta impostazione della spesa e dei sistemi, se è vero che gli anni prima e dopo il terremoto dell’Aquila hanno fatto registrare disavanzi contenuti tra i 10.762 e il mezzo milione di euro (il 2009 ha fatto registrare una perdoita di 3,8 milioni ma perchè la Asl teramana non ha ancora ottenuto il rimborso dalla Protezione civile per l’assistenza aila popolazione aquilana), correnteIl dato indica un aumento di più di 5 milioni di euro rispetto al 2009. Le cifre del bilancio degli ultimi tre anni di attività della Asl (2008, 2009 e 2010). «La mobilità passiva resta la spina nel fianco che va per forza tolta – dice il direttore generale della Asl, Giustino Varrassi – ma non è una cosa che possiamo fare da soli. Leggiamo i dati e vediamo che la mobilità passiva che ci affligge è riconducibile in massima parte alla Val Vibrata. Dobbiamo fare ciò che stiamo facendo: capire perché il fenomeno avviene. Stiamo lavorando bene, proprio nell’ospedale di Sant’Omero con ristrutturazioni e messe in sicurezza che ci garantiranno entro pochissimi mesi una proposta di servizi sanitari di grande qualità, con capacità chirurgiche di qualità e quantità». Ma non è sufficiente, secondo Varrassi, se molti milioni vanno in direzione di altre regioni per interventi considerati di routine, spesso addirittura banali. «Non c’è motivo di ricorrere altrove per questi ricoveri – aggiunge il direttore generale -, visto che gli interventi che la Asl di Teramo è in grado di garantire non sono soltanto dello stesso livello di quelli ottenuti fuori, ma rispettano parametri di risultati davvero superiori». Nell’individuazione di quali siano i rivoli attraverso cui passa questa emorragia, soprattuto in Vibrata, è stato rilevato uno scollamento tra i medici di medicina generale e la Asl: «Ho da poco incontrato i sindaci dell’Unione dei Comuni della Val Vibrata – ha commentato ancora Varrassi – e li ho trovati concordi nel valutare come corrette e giuste le scelte che la Asl sta facendo. Ma noi dobbiamo toglierci quella spina dal fianco e per farlo dobbiamo saper leggere con chiarezza e sincerità i fatti. Ripeto: è una cosa che non possiamo fare da soli, il territorio deve aiutarci a capire e deve farsi capire”.
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